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Ricavare una stanza in più dalla cucina

Ricavare una stanza in più dalla cucina

Ovvero come ricavare una stanza in più trasformando la cucina in una camera aggiuntiva

Per ricavare una stanza in più è sicuramente l’operazione più richiesta quando si decide di ristrutturare un appartamento. Passare da un bilocale a un trilocale è un desiderio comune per le famiglie che si allargano  e non sempre c’è la possibilità o la volontà di cambiare casa.

Come già accennato nello scorso articolo di una fusione di due appartamenti confinanti, cambiare casa significa spesso cambiare zona, cambiare vicinato, abitudini. Cambiare casa significa uscire dalla zona di confort più intima che abbiamo, la nostra casa. Ecco perché ricavare una stanza in più  dalla cucina è un’opzione da tenere in considerazione seriamente, senza lasciarsi condizionare dalle nostre abitudini e da ciò che per noi è ovvio.

Abitando anni in una stessa casa si tende a considerarne gli ambienti come predestinati a conservarne per sempre la propria funzione. La cucina dovrà rimanere sempre lì perché lì l’abbiamo vista sempre…
Non è sempre vero, ricavare una stanza in più dalla cucina è possibile quando la cucina è abitabile, e la maggior parte delle cucine lo sono. Certo è un intervento che prevede delle difficoltà, ma se consideriamo le difficoltà come sfide è appagante riuscire a superarle.

Entriamo ora nel merito del nostro progetto di trasformazione di un appartamento per ricavare una camera in più

In azzurro la pianta dello stato di fatto, in alto a sinistra la cucina che abbiamo trasformato in una cameretta.
A destra la pianta di confronto tra stato di fatto e progetto, con i muri demoliti in giallo e i muri nuovi in rosso.

L’appartamento che abbiamo ristrutturato aveva un immenso ingresso, caratteristica comune negli stabili anni 70. A sud era disposto il soggiorno, verso nord ( in alto a sinistra) la cucina abitabile, dotata di un balconcino affacciato sul cortile condominiale. Dall’ingresso poi si passava al disimpegno con la zona notte e un unico grande bagno.

L’intervento richiesto in fase di sopralluogo dai simpaticissimi proprietari era quello di ricavare una stanza in più, dato che le due figlie crescevano e richiedevano ognuna più privacy e intimità.

Modello volumetrico della proposta di progetto: come si vede anche dai differenti pavimenti, il locale in alto a sinistra diventa una terza cameretta. La cucina si sposta in soggiorno nello spazio prima occupato dal grande ingresso, che ora si differenza visivamente solamente con il colore blu della parete. Il corridoio si riduce e determina il nuovo taglio distributivo.

In rete ci sono tante soluzioni per aumentare lo spazio in casa e ricavare una camera in più,  come pannelli che si aprono a libro, divisori interni, paraventi. Ma sono davvero soluzioni definitive? Si riesce a garantire la necessaria richiesta di privacy con dei paraventi? Si riesce a fornire la giusta quantità di luce e aria a entrambi gli spazi?

Dalla nostra esperienza il modo migliore per trasformare un bilocale in trilocale è sicuramente quello di modificare la stanza prima destinata alla cucina e di ricavare una camera in più!

L’angolo cottura ricavato nel soggiorno permette di trasformare la stanza prima destinata alla cucina e di ricavare una camera in più. La parete blu permette di differenziare visivamente la zona di ingresso all’appartamento che prima occupava una vasta superficie.
L’angolo cottura spostato in soggiorno e ricavato nella zona prima occupata dal grande ingresso. Il pilastro per ovvi motivi non poteva essere rimosso ma ha ha giocato a nostro favore dividendo visivamente l’ambiente soggiorno e diventando parte integrante della libreria.

Perché è possibile trasformare la cucina in una camera:

Ci sono vari fattori da considerare e verificare quando si vuole trasformare una cucina in camera, solitamente però si parte da una base favorevole:

  • La cucina è un ambiente generalmente rivolto a nord e dotato di finestra, anzi il più delle volte di una portafinestra con annesso balconcino. Non ci sono pericoli quindi con il rispetto dei requisiti di igienicità richiesti. I rapporti aeroilluminanti sono nella maggior parte dei casi soddisfatti.
  • La dimensione della cucina è solitamente inferiore a quella di una camera, tuttavia generalmente se si hanno a disposizione almeno 7 mq (da verificare con i regolamenti edilizi locali) è possibile ottenere un locale con destinazione studio.
  • La cucina appartiene alla zona giorno e risulta solitamente distaccata dalla zona notte tramite un “filtro” che è il disimpegno. Tuttavia la normativa non vieta di far comunicare direttamente la camera con il soggiorno. L’unico ambiente che deve essere disimpegnato è il bagno.
  • -La cappa sopra la cucina per allontanare gli odori non è sempre richiesta (da Regolamento Edilizio di Milano); optando per una piastra elettrica a induzione non si sviluppano gas incombusti di conseguenza nella maggior parte dei comuni si può mettere una cappa filtrante a carboni attivi al posto della cappa aspirante (sicuramente più efficiente, ma che necessita di una canna fumaria solitamente sfociante sul tetto)

Principali problematiche nel trasformare la cucina in una camera:

Allo stesso modo ci sono dei problemi che bisogna risolvere per ricavare una stanza in più dalla cucina.

  • La cucina, solitamente confinante con il bagno, sfrutta le stesse colonne per gli scarichi e ventilazione.  La possibilità di spostare la cucina e di conseguenza gli scarichi è un fattore importantissimo.
  • Molte volte in cucina è presente lo scaldabagno e/o il contatore del gas.  Per ragioni di sicurezza bisogna prevedere di spostare esternamente il contatore (o se possibile di togliere definitivamente il gas e rendere totalmente elettrico l’appartamento). Quest’ultimo intervento comporta individuare in casa la posizione più idonea per il boiler dello scaldabagno.
  • Bisogna ricordare, se si abita un condominio, che sopra e sotto continueranno a esserci le cucine dei vicini. Qualche accorgimento per aumentare l’isolamento acustico potrebbe essere un intervento da prendere in considerazione, in particolar modo se la stanza ricavata diventerà la cameretta di un bambino.
  • Un punto importante, dato per scontato fino ad ora ma che è giusto ricordare: ricavare un angolo cottura in soggiorno per dare una stanza in più alla casa comporta delle modifiche importanti che prevedono necessariamente lo spostamento di numerosi impianti. Impianti che solitamente hanno sede nel pavimento.
    Da tenere in considerazione dunque la probabile necessità di dover sostituire i pavimenti e da valutare a questo riguardo la presenza o meno del riscaldamento a pannelli radianti a pavimento.

Trasformare questi problemi e ricavarne spunti progettuali è la sfida che ci stimola ogni volta che affrontiamo un nuovo incarico.

Per la progettazione dei nuovi spazi è stata fondamentale la collaborazione con la falegnameria Interia Living che ci ha supportato in ogni fase della ristrutturazione.
E’ sempre un piacere lavorare con Chiara, Cristian e tutti i ragazzi dello staff!

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Requisiti bonus barriere architettoniche 75%

Requisiti bonus barriere architettoniche 75%, quali sono e quanto si rischia senza conoscerli

Immagine di Freepik

Cominciamo col chiarire che cosa permette il bonus barriere architettoniche 75%. Si tratta dell’ultimo bonus rimasto che è possibile sfruttare anche con lo sconto in fattura o cessione del credito, dopo la stretta sui bonus minori (prima con l’obbligo delle asseverazioni e poi con il definitivo azzeramento) e l’epopea del superbonus 110% che ora non si vuole ricordare.

Qual è lo scopo del bonus barriere architettoniche 75%?

Per prima cosa bisogna individuare lo scopo del bonus barriere architettoniche 75%. Sembra banale ma è bene ricordare che lo scopo dell’aiuto economico da parte dello Stato è quello di aiutare i cittadini ad abbattere tutte quelle barriere architettoniche che riducono la loro qualità di vita.

Potremmo ora definire quali sono effettivamente le barriere architettoniche in un ambiente domestico e quindi quali sono nel dettaglio gli interventi agevolabili. Si potrebbe a questo punto obiettare: le persone a cui questo bonus è dedicato le barriere le percepisce già ogni giorno, non c’è bisogno che le legga in un articolo. Siamo di fronte però al primo punto da chiarire: il bonus barriere architettoniche non è rivolto solo a chi le barriere le vive sulla propria pelle, ma a tutti i cittadini.

Questo è il primo punto sul quale vale la pena soffermarsi. Il bonus è rivolto a tutti i cittadini. Il richiedente non deve essere per forza una persona diversamente abile e non ne è richiesta obbligatoriamente la presenza.

Ma cè di più, anche a chi vive al quarto piano di un condominio senza ascensore e vuole ristrutturare il proprio appartamento a misura di disabile può farlo. Non è necessario infatti agevolare l’ingresso al condominio; ogni appartamento è da intendersi come una realtà a sé stante, non importa come ci si arriva.  Cosa strana vero? Però una sua logica c’è bisogna riconoscerlo. Il legislatore non parte da principio evidenziando le difficoltà, ma mira ad instaurare un processo di trasformazione delle nostre città.

Ma dunque il bonus è da intendere come un regalo di stato? Come un modo semplice e rapido per spendere i fondi del PNRR come alcuni pensano? Può darsi, è bene ricordare però che ci sono dei requisiti da rispettare.

Le circolari a cui si deve fare riferimento, ad oggi,  sono principalmente due: la 28/E del 25 luglio 2022 e la 17/E del 26 giugno 2023.

Nelle circolari si chiarisce, anche se il termine chiarire è forse da prendere con le pinze, quali sono i requisiti del bonus barriere architettoniche 75% e quali sono i documenti da conservare.

Per avere diritto al bonus barriere architettoniche 75% bisogna rispettare i requisiti contenuti nel DM 236/1989, che poi è il Regolamento di attuazione della Legge 13/89.

Stralcio della Circolare 17/E del 26 giugno 2023 : Documentazione da controllare e conservare

Il DM236/89 però non pone degli obiettivi, si limita a definire 3 livelli di intervento, identificati come: Accessibilità, Visitabilità e Adattabilità, dove il primo è il livello massimo e l’ultimo un livello che in potenza prevede la possibilità di abbattere le barriere.

L’adattabilità è da intendersi infatti solo come una misura preparatoria all’abbattimento delle barriere architettoniche, che di fatto ancora non si abbattono….Con questo livello diciamo che ci si limita soltanto a “preparare il campo per il futuro”, in modo tale da favorirne le condizioni per una successiva trasformazione.

Ecco perché, secondo l’interpretazione del sottoscritto, il livello base a cui si deve arrivare per avere diritto al bonus barriere architettoniche non è l’Adattabilità, ma è il livello appena successivo; la Visitabilità.

Ma cosa si intende per Visitabilità?

Dal DM 236/1989, si legge che “Per visitabilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare“.

Questa definizione è molto importante, perchè finalmente sono spiegati i requisiti bonus barriere architettoniche 75%, che in breve consistono in:

  • Poter accedere all’unità e ai suoi spazi di relazione (cucina o soggiorno)
  • Utilizzare almeno un bagno

Si noti che non si fa riferimento in questo livello alla possibilità di utilizzare ad esempio i terminali elettrici (che devono essere posti ad un’altezza opportuna), o alla possibilità di aprire i serramenti per uscire sul balcone. Questi sono bisogni che un appartamento dotato di “Accessibilità” deve senz’altro garantire. Ma qui non si parla del livello di Accessibilità, ma di quello di Visitabilità, che ricordiamo essere un livello inferiore.
Se poi sia possibile ottenere il bonus barriere architettoniche 75% relativamente ai singoli interventi, come la sostituzione dei soli serramenti esterni o il rifacimento dei terminali degli impianti, il legislatore non si esprime in maniera chiara, a patto che l’intervento ricada nella manutenzione straordinaria e che si rispettino i requisiti del DM 236/89.

Conviene soffermarsi a questo punto a definire i fondamentali Criteri di progettazione, ovvero i punti cardine in favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche all’interno di un appartamento:

  • Le Porte (Art. 4.1.1 – Specifiche Tecniche nell’ Art. 8.1.1)
    Requisiti bonus barriere architettoniche 75 - 02
    La porta di accesso deve essere di almeno 80 cm, la luce netta della altre deve essere di almeno 75 cm. Gli spazi antistanti e retrostanti la porta devono essere opportunamente dimensionati (quindi attenzione ai disimpegni). L’altezza delle maniglie deve essere compresa tra 85 e 95 cm. La pressione necessaria per usare l’anta non deve essere superiore a 8kg.
  • I Servizi Igienici (Art. 4.1.6 – Specifiche Tecniche nell’ Art. 8.1.6) Requisiti bonus barriere architettoniche 75 -03
    Nei servizi igienici devono essere garantite le manovre di una sedia a ruote necessarie per l’utilizzazione degli apparecchi sanitari. Si deve garantire in particolare: lo spazio necessario per l’accostamento laterale della sedia a ruote alla tazza (minimo 1 metro calcolato dall’asse del sanitario), lo spazio necessario per l’accostamento frontale al lavabo (minimo 80 cm dal bordo del anteriore), la dotazione di opportuni corrimano e un campanello.

  • Percorsi orizzontali (Art. 4.1.9 . Specifiche Tecniche nell’Art. 8.1.9requisiti bonus barriere architettoniche corridoi)
    Corridoi e passaggi devono presentare un andamento quanto più possibile continuo, senza variazioni di livello (o superabili con rampe) e con un larghezza tale da garantire il facile accesso ai locali (minimo 1 metro e con allargamenti per l’inversione di marcia).

Abbiamo cercato di fare chiarezza su questa importante risorsa.
E’ bene ricordare che il Bonus abbattimento barriere architettoniche è una possibilità preziosissima per chi, per una serie di ragioni, non può uscire di casa per andare banalmente a fare la spesa. Sprecarla con interventi al limite dell’abuso è un peccato, perchè quando poi le risorse finiscono, finiscono per tutti.
Per questo noi tecnici dobbiamo fare la nostra parte e garantire, nella Dichiarazione a cui si fa riferimento nella Circolare 17/E, il rispetto di un principio fondamentale che dovrebbe essere alla base di qualsiasi bonus; l’eticità.

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Fusione due unità immobiliari adiacenti

Unione di due appartamenti vicini

Come abbiamo unito unito due appartamenti vicini, il modo migliore per ingrandire casa.

La pratica di unire due  appartamenti vicini è denominata “fusione di due unità immobiliari” ed è il sogno delle famiglie che si allargano e hanno bisogno di una stanza in più senza stravolgere il loro stile di vita.
Con l’unione di due appartamenti vicini se ci si organizza il trasloco è ridotto al minimo,  non si è costretti a cambiare quartiere, i vicini rimangono gli stessi e la rete sociale che con gli anni ci si è costruiti attorno casa rimane intatta. 
Se si ha bisogno di una stanza in più in casa e si ha la possibilità l’unione tra due appartamenti vicini  è decisamente un’opportunità da non farsi scappare.

Lo schema dei due appartamenti uniti; la zona ingresso dell’appartemento arancione, il soggiorno di quello verde.

Schema di unione di due appartamenti vicini
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vecchia casa da ristrutturare

Restyling di una vecchia casa a Milano

Ristrutturazione di una vecchia casa; le nostre idee per un progetto di restyling

Un progetto di restyling di una vecchia casa a Milano in cui ci siamo divertiti moltissimo, soprattutto per la fortuna di poter lavorare in un antico palazzo del centro storico.
A volte basta una diversa distribuzione degli spazi interni per rendere gli ambienti più vivibili. Così abbiamo cominciato a pensare ad una planimetria in cui la luce fosse l’elemento principale.
Un fattore fondamentale e al quale non sempre si da la dovuta importanza è l’esposizione.
La luce è vita! Senza luce non ci possono essere ambienti sani.

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cucina con isola piccola

Cucina piccola con isola

Non è detto che una cucina piccola non possa avere un’isola centrale.

L’isola in cucina è un elemento ingombrante e presenta dei pro e dei contro; si pensa che difficilmente si possa avere un’isola centrale in un ambiente piccolo, ma non sempre è così.
Ecco come abbiamo progettato e realizzato la nostra piccola cucina con isola centrale.


Stato di fatto prima della ristrutturazione
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cucina con isola centrale milano

Cucina con isola centrale

Cucina con isola centrale: dalla progettazione alla realizzazione

L’isola centrale facilita i momenti di convivialità, elemento di giunzione tra soggiorno e angolo cottura.

Una cucina con isola centrale significa  molte cose. Può significare la volontà di mostrare e condividere un momento molto intimo, come quello di preparazione delle pietanze.
La cucina non è più nascosta, limitando al soggiorno il ruolo di ambiente di rappresentanza. La cucina stesa diviene un elemento di rappresentanza.

Attorno ad una cucina con isola centrale gli ospiti si possono intrattenere, magari davanti ad un buon calice di vino, nell’attesa che la cena sia pronta.

Una cucina con isola centrale è sinonimo di comodità nella preparazione delle pietanze. Non per forza bisogna avere una lavello o i fuochi in una cucina con isola centrale. Non a tutti piace l’idea di rinunciare ad uno scolapiatti, o avere una cappa che pende dal soffitto.

Una cucina con isola centrale può solamente svolgere una funzione contenitiva o mettere a disposizione un ampio piano di lavoro.

Lo stato di fatto, la parete della cucina prima del nostro intervento

cucina con isola centrale prima dell'intervento
La parete della cucina che è stata sostituita con la nuova cucina con isola centrale prima della ristrutturazione dell’appartamento.
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Parete attrezzata su misura

Parete attrezzata su misura a Milano

Significato ed evoluzione di una parete attrezzata su misura realizzata a Milano

Una parete attrezzata, nel linguaggio tecnico, è un elemento con un duplice compito, dividere due spazi e arredare. Di solito è un elemento caratterizzato da un gran numero di spazi contenitivi ed espositivi.

Tuttavia nel linguaggio comune il termine “parete attrezzata” ci si riferisce alla parete del soggiorno che ospita il maggior numero di prese elettriche o di altri impianti. Sulla “parete attrezzata” si trovano il televisore, il modem, il telefono etc.
La parola “attrezzata” passa quindi a riferirsi alla quantità di impianti esistenti, che poi vengono normalmente coperti da mobiletti, librerie, moduli contenitori o mansolature.

Utilizzando il gergo comune, forse piú chiaro, una libreria può essere intesa come “parete attrezzata” così come un modulo basso sovrastato da mensole o pensili.

In un cantiere di Gaggiano (MI), la nostra “parete attrezzata” ha ridisegnato lo spazio del soggiorno dotandolo di carattere e aumentandone la vivibilità. Vediamo nel dettaglio l’evoluzione di questo elemento progettato e realizzato su misura.

Evoluzione della parete attrezzata su misura a Milano

Parete attrezzata su misura prima dei lavori di ristrutturazione Completamento degli impianti della parete attrezzata su misura: realizzazione del controsoffitto dotato di faretti e spostamento dello split dell'aria condizionata

La progettazione di questa “parete attrezzata” su misura è stata parte di un intervento piú amplio che ha riguardato la ristrutturazione dell’intero appartamento.
La foto in alto racconta la situazione prima dei lavori: la parete di fondo era soffocata da un divano molto grande che impediva l’uso dello spazio. Inoltre, due punti luce notevolmente sottodimensionati incastravano un quadro centrale, di dimensioni notevoli, ma non apprezzabile.
Sulla parete di sinistra, poi,  si trovava un vecchio split ingiallito dell’aria condizionata.

parete soggiorno su misura

camino bioetanolo milano La nostra “parete attrezzata” è composta da due “momenti” che grazie al modulo in verticale separano e allargano la percezione della parete. Il gioco di bicromia tra il mobile bianco ed il fondo setoso (pittura Alpha Orient della Sikkens), alleggerisce la struttura della parete.

Il “momento” di sinistra è incentrato sul camino a bioetanolo ( modello Graffiti della Maison Fire ) mentre a destra un televisore di 60 pollici bilancia la composizione.
La base del mobile è completamente contenitiva, dotata di moduli capienti con apertura a ribalta alti 35 cm e profondi 40 cm.  Sulla sinistra, poi, lo spazio vuoto è predisposto per ospitare un tavolo pieghevole che, chiuso, può essere posizionato di fronte al divano.

Il vecchio split (non sostituito perchè ancora funzionante) è stato inglobato all’interno del modulo superiore della parete attrezzata con una comoda apertura a ribalta.

Il pannello di boiserie dietro al televisore maschera i cavi e crea uno spessore per inserire una parte dell’illuminazione della stanza.  L’illuminazione, infatti,  è  un elemento fondamentale per la buona riuscita di una parete attrezzata su misura.
Mancando una luce centrale nella stanza, sono stati integrati dei faretti a scomparsa in gesso nell’abbassamento del soffitto che offrono un’illuminazione potente e verticale.

D’altra parte, le strisce led dietro al televisore, sono provviste di dimmer che permette di regolare l’intensità della luce a distanza. In questo modo con una unica fonte luminosa è possibile creare differenti scenari luminosi  da retroillumunazione salvavista quando si guarda la televisione a luce avvolgente per cene di classe.

Siamo a disposizione per progetti e preventivi per realizzare la tua parete attrezzata su misura a Milano e provincia!

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parete attrezzata con cucina

Soggiorno con angolo cottura

Soggiorno con angolo cottura

Come abbiamo integrato la cucina con la parete attrezzata della sala

Uno degli interventi più comuni nelle nostre ristrutturazioni è l’eliminazione del cucinotto per inglobare il soggiorno con angolo cottura.
Quando non c’è spazio per un tavolo, le cucine si trasformano in rifugi poco vissuti e valorizzati. Nelle nostre città si trovano molte cucine strette e lunghe ad esempio, che vengono usate solo per cucinare.

In questi casi, può convenire demolire il muro tra la cucina e il soggiorno per creare un unico spazio.

Secondo il Regolamento Edilizio del Comune di Milano la superficie minima che deve avere un soggiorno con spazio di cottura è di 17 mq. Di conseguenza la superficie finestrata minima per soddisfare i rapporti aeroilluminanti è di 1,7 mq. (Il rapporto aeroilluminante per il Comune di Milano è di 1/10)

Se demolendo il muro tra soggiorno e cucina si creerà un ambiente unico di almeno 17 mq e con almeno 1,7mq di finestre, potremo creare il nostro soggiorno con angolo cottura.

Unire il soggiorno con angolo cottura richiede un linguaggio unitario nell’arredo.
È consigliabile usare gli stessi colori e materiali sia in soggiorno che nell’angolo cottura, rispettando un progetto che includa due ambienti che hanno due funzioni differenti.

Ecco una serie di immagini di prima e dopo i lavori di uno dei nostri ultimi appartamenti consegnati in cui abbiamo deciso di unire il soggiorno con angolo cottura.

parete attrezzata con angolo cottura
Il muro demolito lascia spazio alla cucina

Soggiorno con angolo cottura
L’aggiunta di una finestra (prima in cucina) rende il soggiorno più luminoso e gradevole. 

soggiorno con angolo cottura
La sala prima e dopo l’intervento. Con un progetto unitario abbiamo trasformato un angolo in una moderna parete attrezzata

Nella composizione della cucina abbiamo deciso di posizionare un lavabo angolare.
In questo modo lo spazio più difficilmente accessibile (le basi ad angolo) è stato destinato ad ospitare le vasche dei lavelli , il sifone, le pattumiere…

Le basi rimanenti sono state destinate a comodi cestoni per pentole e padelle e a capienti cassetti.
Sulla destra del forno abbiamo installato una lavastoviglie (a larghezza ridotta a causa del poco spazio a disposizione).

Terminate le basi della cucina inizia la parete attrezzata, all’interno della quale abbiamo inserito anche uno spazio di lavoro per il computer, grazie ad un piano estraibile e ad un cassetto per alloggiare la tastiera.

parete attrezzata e cucina
Il top della parete attrezzata è munita di un piano a scomparsa per utilizzare comodamente il computer

Nella foto è visibile anche uno degli elementi ricorrenti nelle nostre cucine, il top della cucina in grès porcellanato, estremamente duro e resistente, delimitato da un bordo in acciaio inossidabile.

È importante ricordarsi che demolire una parete interna per unire il soggiorno con angolo cottura comporta sempre la consegna di una pratica edilizia in comune da parte di un professionista abilitato.

Siamo a disposizione per preventivi e consulenze per progettare e realizzare la vostra nuova casa!

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Impresa edile milano

Come trovare la tua impresa per ristrutturazioni a Milano

Trovare un’impresa edile per ristrutturazioni a Milano non è difficile…
Le imprese edili sono tante così come tanti sono i siti che offrono preventivi gratis da confrontare. Alla quantità di annunci e slogan spesso però non corrisponde l’effettiva qualità dei servizi offerti.
Lacasapensata non solo mette in contatto i suoi clienti con un’impresa edile milano, ma si assume la responsabilità della qualità del risultato.

Lo studio si occuperà di tutte le fasi che costituiscono una ristrutturazione, quindi:

  • gestione delle pratiche edilizie necessarie
  • redazione di un progetto “su misura”
  • consulenza sulla scelta dei materiali
  • raccolta dei preventivi delle imprese
  • progettazione dell’arredo

Una nostra ristrutturazione completa

Un cliente ci ha contattato perchè non conosceva direttamente una impresa edile a Milano valida ed aveva bisogno di un consiglio per la ristrutturazione di casa sua. Gli spazi erano gestiti male anche se l’appartamento nel complesso non era piccolo.

Qualche mobile, come l’armadio libreria in soggiorno, il divano o le camere da lettto, erano da riutilizzare nella casa nuova, ma il resto degli arredi compresi i sanitari erano da sostituire.

Privo di un progetto che gli avrebbe fatto guadagnare veramente lo spazio necessario, era inutile chiedere preventivi ad un’imprese edile, così si è rivolto al nostro studio.

progetto ristrutturazione impresa edile milano

Se si confrontano le planimetrie dello stato di fatto prima dei lavori e il progetto proposto, sono chiari i vantaggi che hanno giustificato tutti gli interventi proposti. In breve:
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Progetto ristrutturazione Milano

Progetto di divisone ambienti interni

Un appartamento a Milano in zona Ripamonti

In cosa consiste un progetto ristrutturazione Milano, quali disegni servono all’impresa per ristrutturare un appartamento, quali informazioni, quali i permessi da chiedere in comune. Sempre più persone ci chiamano chiedendo informazioni su cosa consista ristrutturare un appartamento, ecco quindi presentato il ruolo dell’architetto attraverso l’ultimo progetto di ristrutturazione a Milano zona Ripamonti.

Progetto ristrutturazione Milano, ma in cosa consiste effettivamente? Come ci si prepara al cantiere e come si leggono i disegni da consegnare in comune?

Progetto ristrutturazione milano
Progetto di divisione degli spazi interni di un appartamento di 80 MQ a Milano zona RIpamonti.

Come prima cosa, nel lavoro come nella vita, ci si presenta, si capiscono le necessità, lo stile, in maniera tale da formulare un disegno di progetto di distribuzione interni.
La tavola di progetto è costituita in genere dalla planimetria e da alcune sezioni.
La planimetria è il disegno dell’appartamento in pianta.
Le piante dell’appartamento che devono essere consegnate in comune per avere i permessi edilizi sono di tre tipi:

  1. Pianta dello STATO DI FATTO: Com’è l’appartamento prima della ristrutturazione
  2. Pianta dello STATO INTERMEDIO: Si tratta di un confronto tra lo stato di partenza e quello di arrivo, tra il prima e il dopo.
  3. Pianta dello STATO DI PROGETTO: Rappresenta in cosa consiste il progetto di ristrutturazione

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